Amazon ci ascolta, eccome!
Ha avuto il suo peso specifico la scelta di mettere in stand-by le proprie vendite per oltre 500 librerie del circuito di AbeBooks subito dopo la decisione della piattaforma, avvenuta a inizio settimana, di interrompere ogni tipo di collaborazione con i librai appartenenti ad alcuni paesi quali Corea del Sud, Repubblica Ceca, Russia, Ungheria, con cui, stando a quanto dichiarato, sussistono delle difficoltà tecniche e commerciali non indifferenti.
AbeBooks, è la piattaforma on-line mondiale per il commercio elettronico di libri, nata nel 1995 e acquistata nel 2008 dal colosso Amazon, con oltre 140 milioni di libri offerti da migliaia di librerie indipendenti di 57 paesi del mondo attraverso 6 siti Internet.
Le rimostranze da parte dei librai, a supporto dei colleghi esclusi, non si sono fatte attendere.
Oltre 500 iscritti hanno momentaneamente bloccato la collaborazione con AbeBooks togliendo dalla vendita i propri libri, manifestando in questo modo il proprio dissenso verso questa incomprensibile e ingiusta decisione. Il tam-tam è stato immediato e rapidissimo: in meno di 3 giorni sono stati tolti dalla vendita più di 3.500.000 di libri di antiquariato per un valore altissimo (se si tiene conto che il valore medio a libro per ognuno dei librai antiquari è di circa 120,00 euro, sono stati tolti dalla vendita libri per un valore circa di 420/450 milioni di euro. Se usiamo un altro parametro, cioè quello del libro nuovo, e diamo un valore medio di 12,00 euro a copia, è come se fossero stati tolti dalla vendita circa 35 milioni di volumi!). Un numero interessante anche per il colosso Amazon, che ha temuto un effetto valanga cioè che tutti i librai antiquari del mondo aderissero alla protesta portando grandi perdite, perché di questo si tratta e non di “bontà d’animo”, numeri non accettabili nemmeno per il colosso di Seattle.
Di seguito quanto riportato dal comunicato ufficiale presente sul sito ALAI (www.alai.it) subito dopo l’incontro tra i vertici del colosso americano e i rappresentati dell’ILAB (International League of Antiquarian Booksellers):
“L’incontro tra i vertici della piattaforma e i rappresentati dell’ILAB, è stato positivo sotto tutti i punti di vista, i rappresentanti di Abebooks hanno immediatamente ammesso l’incredibile errore che li ha portati a minacciare l’esclusione di alcuni paesi dal circuito di vendita e hanno già trovato un rimedio. È stata espressa grande soddisfazione da tutti i rappresentanti dell’’ILAB per il risultato ottenuto che è da considerare di alto valore simbolico. Ricordiamoci che le maggiori testate internazionali hanno dato spazio a questa vertenza eleggendola a prima manifestazione contro un gestore di vendita internet ”.
In merito alla questione, Matteo Luteriani, fondatore della casa editrice Luni e ideatore della manifestazione Salone della Cultura www.salonedellacultura.it (la terza edizione a Milano il 19 – 20 gennaio 2019) ha espresso il suo parere, nella duplice veste di editore e creatore di un format culturale che nelle precedenti edizioni ha riunito oltre 60.000 amanti dei libri:
«Il libro contiene in sé la parola libertà: di espressione, di culto, politica, di razza, di sapere, anche di luogo e di contaminazione. Cosa saremmo senza i libri che hanno “viaggiato” e sono arrivati a noi dal passato o da luoghi sconosciuti? Limitare vuole dire erigere muri e così facendo assurgere a detentori di un potere e un sapere monco, viziato, malato. È meraviglioso che con un semplice passaparola i librai antiquari del mondo abbiano con modi assolutamente civili e senza strepiti indotto Amazon/AbeBooks a scendere a patti con loro. Il Salone della Cultura, che non è la “fiera” del libro, fin dal suo nascere ha anticipato questo problema sorto oggi: unire, includere piuttosto che separare ed escludere. Il nostro successo è legato al fatto che per la prima volta in assoluto coesistono tre mondi del libro: quello del libro nuovo, degli editori, il mio per capirci; il mondo del libro usato e del collezionismo, e infine quello dei librai antiquari, proprio quelli che hanno indotto Amazon/AbeBooks a scendere a patti.
Noi, modestamente, da Milano, crocevia italiano di ogni novità, con la caparbietà del pioniere e il lavoro appassionato del nostro staff, ci siamo messi in gioco e abbiamo costruito una “formula”, quella del Salone della Cultura, che funziona: funziona con le persone, con la gente che ci apprezza e ci segue, con gli espositori e siamo fieri di dare alla nostra città un enorme megafono culturale: in altre parole, siamo dei “donatori sani di amore per la cultura”, o, come dico sempre, abbiamo creato il “neverending book”, all’italiana, “il libro infinito”. Nell’edizione di gennaio 2018 avevamo in esposizione incunaboli, volumi antecedenti all’invenzione della stampa, libri antichi, rari e fuori catalogo, usati e nuovi, fino ai libri “di giornata”, stampati per novelli autori e regalati da noi con Xerox e Mediagraf durante la manifestazione. Un vero e sincero “neverending book”.